
L'armeno è riconosciuto come una delle lingue più antiche del mondo. Sebbene appartenga alla famiglia linguistica indoeuropea, occupa un ramo unico e indipendente, senza alcuna relazione diretta con nessun'altra lingua moderna, proprio come il georgiano. Questa particolarità linguistica conferisce all'armeno un fascino unico, rendendolo non solo un mezzo di comunicazione, ma anche un veicolo di identità culturale e storica.
A differenza del latino o del greco antico, l'armeno non è mai svanito nel silenzio. Rimane una lingua viva e in continua evoluzione, che arricchisce costantemente il suo vocabolario e affina la sua grammatica per soddisfare le esigenze della vita moderna.
Oggi, oltre sette milioni di persone in tutto il mondo parlano armeno. Circa la metà risiede in Armenia, mentre il resto è sparso per i continenti, a testimonianza della resilienza di un popolo e della sua lingua, portata lontano da casa ma mai dimenticata.
L'alfabeto armeno fu creato nel V secolo d.C. da Mesrop Mashtots, un devoto studioso e chierico. Il suo obiettivo era profondo: rafforzare le fondamenta del cristianesimo in Armenia, dando al popolo una scrittura propria, in grado di portare i testi sacri nel cuore degli armeni di tutti i giorni.
Con la creazione dell'alfabeto, Mashtots intraprese anche il monumentale compito di tradurre la Bibbia in armeno, rendendola accessibile al pubblico per la prima volta, appena un secolo dopo che l'Armenia era diventata la prima nazione cristiana al mondo.
L'alfabeto armeno è un'opera di precisione linguistica e bellezza estetica. Contiene 39 lettere: 8 vocali, 30 consonanti e una lettera speciale. “և”, che può rappresentare due o anche tre suoni distinti a seconda dell'uso.

In onore di questa straordinaria scrittura, l'Armenia ha eretto un monumento all'alfabeto armeno vicino ad Artashavan, non lontano da Yerevan. Progettato dall'architetto Jim Torosyan, il monumento è stato inaugurato per commemorare il 1600° anniversario della creazione dell'alfabeto. Ogni lettera è scolpita nella pietra, monumentale e senza tempo: un tributo poetico a una lingua che ha resistito a secoli di cambiamenti, esilio e rinascita.
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